Sto ascoltando due persone diversamente giovani discutere su sanità, immigrazione e sicurezza. Non vi riporto i commenti razzisti perché non è il caso, ma nel mentre si sproloquia sui minori (pare sia una ex maestra ora in pensione, e che piuttosto di tornare in classe oggi preferirebbe “andare a chiedere l’elemosina davanti alla coop”) è tutta una profusione di bacetti al cane-topo mentre a me si contorce lo stomaco, molti dei miei studenti non hanno la cittadinanza italiana. Per gente come questa probabilmente se non hai gli avi fino alla settima generazione nel territorio, non sei degno di “essere curato dal sistema sanitario”, che “lo Stato spende un sacco di soldi ma non sono italiani”. Nel frattempo, monopolizza per tutto il tempo le copie del giornale del bar e noi altri avventori, evidentemente siamo degni solo delle pagine sportive.

Sono sempre più convinta che tra i problemi che abbiamo oggi rivesta una grande importanza quello Demografico, e non me ne vogliano gli amici che per sopraggiunta età anagrafica potrebbero sentirsi offesi, ma a me, questa Italia di Vecchidimmerda (si, tutto attaccato) proprio non mi rispecchia.

(Si signora, sto smanettando al cellulare, proprio come i giovani che le risultano così tanto odiosi e che secondo me sono gli unici anticorpi rimasti contro il declino).


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