Premetto che le considerazioni riportate in questo breve post non hanno alcuna pretesa sportiva, non si porta in analisi un ennesimo esame sul torto o la ragione, sul bene o sul male, sui complotti o sulla (s)fortuna.

E’ da diverso tempo che sui media quotidianamente ci vengono riportati risvolti sulla vicenda tra Valentino Rossi e Marquez per quanto accaduto a Sepang. Valentino parte ultimo per la penalità rimediata per lo scontro con Marc Marquez, la decisione del Tas è da rispettare, guai se così non fosse: quando la giustizia si esprime essa è in maniera più assoluta legittima.

Ma proviamo a tornare indietro. Appena accaduto il fatto la stampa spagnola unanime, o quasi, si è espressa a favore di Marquez definendo l’atteggiamento di Rossi vergognoso. La stampa italiana, invece, si è espressa, a caldo, come al solito: ambigua.

Pare che gli italiani hanno un talento congenito nel fare la pizza, nelle calzature, nei motori, nella moda e nel tenere un piede da un lato ed uno dall’altro ed unirli sul lato giusto al momento più opportuno.

Nei giorni immediatamente successivi alla gara di Sepang succede qualcosa, sui social media si scatena il popolo italiano a sostegno del pilota pesarese, vengono pubblicati innumerevoli versioni di video a rallentatore come questo che evidenziano alcuni dettagli. Personaggi famosi da Jovanotti a Vasco Rossi si schierano al fianco di Valentino Rossi.

Persino il primo ministro italiano in viaggio istituzionale nel sud America telefona a Rossi per incoraggiarlo.

Nasce in maniera spontanea l’hashtag #iostoconvale, insomma il popolo della rete prende quella posizione che la stampa italiana vigliaccamente non riesce a prendere. Abbiamo una stampa che interpreta sempre meno gli umori dell’opinione pubblica e fortunatamente abbiamo la possibilità di esprimere la nostra opinione su internet che nel caso specifico, indipendentemente da chi ha torto o ragione, riporta Valentino Rossi in pista.

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Indipendentemente dall’esito sarà la vittoria del popolo italiano che prende posizione quando la stampa invece interpreta di conseguenze e di convenienza schierandosi a posteriori.

 


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